Nel settore alimentare sei aziende su dieci hanno introdotto tecnologie di Industria 4.0, per la precisione il 57%. Il dato giunge dalla ricerca firmata da Nomisma e Fondazione Metes sulla diffusione e l’implementazione delle tecnologie all’interno del settore agroindustriale italiano, presentata nel corso di un convegno della Flai - CGIL.
Il panel di riferimento ha coinvolto 200 aziende di medio-grandi dimensioni, per un fatturato superiore a 10 milioni di euro. E il restante 43%? Ebbene, di questi, il 10% dichiara di essere in fase di progettazione o valutazione, un’azienda su cinque circa invece non ha ancora affrontato il tema e, infine, il 14% afferma di non essere interessato all’implementazione delle tecnologie di Industria 4.0.
Eppure, tra chi sta abbracciando la quarta rivoluzione industriale, l'adozione delle tecnologie di Industria 4.0 ha consentito di ridurre i costi di produzione (nel 56% dei casi), di migliorare la produttività (47%) e di aumentare le informazioni relative al processo di produzione (41%). Il 12% ha riscontrato miglioramenti anche a livello di qualità di prodotto e della sua personalizzazione (7%).
A farla da padrone tra le differenti tecnologie digitali più adottate, è senza dubbio la sicurezza informatica (adottata dal 47%). Sugli altri due gradini del podio, troviamo cloud e IoT, rispettivamente al 21% e al 15%. Ancora poco diffuse realtà aumentata (2%) e manifattura additiva (1%).
Gli ostacoli per una maggiore diffusione dell'Industria 4.0 sono finora dipesi dalla mancanza di competenze professionali adeguate in azienda. Presumibilmente, ciò comporterà una ricerca di lavoratori qualificati e specializzati, così come un riqualificazione del personale attualmente impiegato. Già oggi un’azienda adopter su dieci dichiara che l’adozione di Industria 4.0 ha portato a una riqualificazione delle proprie risorse interne.
Più in generale, sia le aziende che hanno investito in tecnologie 4.0 che quelle che ancora non l'hanno fatto hanno fame di informazioni sul tema. Un desiderio di conoscenza che si somma alla chiara propensione agli investimenti manifestata.
