Mostrarsi sempre attivi e performanti anche in vacanza, complici le tecnologie digitali che ci tengono connessi h24, può essere rischioso per l’attenzione e il rendimento al rientro in azienda. I consigli di Alistair Cox, numero uno di Hays, per non cadere nella trappola e tornare in ufficio con le pile ricaricate, dopo aver davvero staccato la spina.
L’essere sempre sul pezzo, anche nei momenti di pausa giornaliera o estiva, viene sempre più vissuto come prova di impegno, motivazione e senso di appartenenza all’azienda, con gli smartphone che ci aiutano a tenere sempre tutto sotto controllo e, in fondo, a non staccare mai.
Eppure, suggerisce Alistair Cox, ceo di Hays, il gruppo mondiale specializzato nel recruitment di professionisti specializzati, staccare la spina e incoraggiare gli altri a fare lo stesso è fondamentale proprio per ricaricare le batterie ed essere più produttivi al rientro in ufficio, nonostante gli innegabili tempi di adattamento.
«Prendersi una meritata pausa, dopo un lungo anno di lavoro o dopo un progetto impegnativo, aiuta a migliorare il rendimento. Trascorrere del tempo in famiglia, con gli amici o semplicemente leggendo un buon libro è fondamentale per ritornare in ufficio con più energia, nuove prospettive e nuove idee», assicura il top manager, che cita aziende innovative come eBay e Google per aver compreso per prime l’impatto positivo del benessere (“wellbeing”) sulla creatività, sulla produttività e sul profitto, favorendo anche in ufficio spazi sociali di convivialità.
I termini “divertimento” e “divertirsi” derivano infatti dal latino “de - vertere”, che significa “volgersi altrove”, “allontanarsi da” , quindi dal quotidiano, dalla routine e dallo stress. In particolare, divertirsi in ferie, rilassarsi, fare altro dal solito, aiuta a tornare in ufficio con le pile ricaricate.
Ma i consigli di Hays non si rivolgono solo ai professionisti, ai dipendenti e ai collaboratori, bensì alle aziende stesse perché creino un clima “pro-vacanza” tra i collaboratori. Questi non si devono sentire sempre in colpa se altri restano in ufficio, o se le cose da fare non finiscono mai, perché il rischio del pensiero fisso al lavoro è quello di non recuperare le energie che, invece, servirebbero per nuovi obiettivi. A loro volta, le tecnologie mobili ci mettono lo zampino con la connettività h24 e l’accesso in ogni momento alle e-mail e ai messaggi aziendali.
I 4 consigli di Hays per prendersi una meritata pausa e tornare ricaricati
- No al senso di colpa
Incoraggiare sottoposti e colleghi a prendersi una pausa, anziché disapprovare quando lo fanno, è fondamentale. Quando si tratta di chiedere una vacanza può sembrare che non sia mai il momento giusto a causa delle continue incombenze lavorative, ma arrivare a fine anno con 20 giorni di ferie inutilizzate (caso molto frequente) non deve rappresentare un motivo di orgoglio.
Tutti, prima o poi, hanno necessità di riposare e i momenti di pausa dei colleghi vanno rispettati. In questo modo sarà più facile vivere altrettanto serenamente la propria vacanza, senza provare sensi di colpa verso chi rimane in ufficio.
- Digital detox
Un po’ di disintossicazione digitale non fa mai male. Staccare il telefono aziendale e disconnettersi completamente durante le vacanze non è sempre possibile, tuttavia è bene stabilire alcuni limiti per evitare di trascorrere i giorni di ferie a rispondere alle email.
Ad esempio, si può concordare con capi e colleghi di essere contattati con un sms o una telefonata in caso di urgenze. Oppure imporsi di controllare le e-mail una sola volta, la mattina o la sera, e rendersi disponibile al massimo per un’ora al giorno per smaltire eventuali richieste che non possono attendere la fine delle ferie.
In questo modo si eviteranno i sensi di colpa, ma allo stesso tempo non si cadrà nella tentazione di monitorare costantemente la propria casella di posta.
- Cultura pro-vacanza
Dimostrare interesse per ciò che fanno i colleghi nel tempo libero, comprese le loro vacanze, non solo è utile per il team building e per la creazione di un clima aziendale positivo, ma facilita una cultura pro-vacanza.
Parlare dei propri interessi e dei propri viaggi in ufficio aiuta a concepire la vacanza come un “must have” per tutti, a prescindere dal ruolo ricoperto e dal livello di seniority.
- L’esempio è importante
Soprattutto se si ricoprono posizioni apicali, prendersi il giusto tempo per rilassarsi e staccare la spina servirà per incoraggiare anche gli altri a farlo, così come regolare l’invio di e-mail (come frequenza e fasce d’orario) senza che i collaboratori si sentano obbligati a rispondere subito e in colpa se non lo fanno.
È infatti importante veicolare il messaggio che concedersi un break (a fine giornata durante l’anno e nel periodo delle ferie) è indispensabile.
Nel rispetto dei propri impegni professionali, è bene dimostrarsi motivati nel prendersi una vacanza anche quando si riscontrano opposizioni sul posto di lavoro, evidenziando che il riposo è una condizione necessaria per poter garantire le migliori performance lavorative. Spesso ci si sente in dovere di essere sempre attivi per dimostrarsi motivati e impegnati, ma ciò finisce per rivelarsi controproducente.