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Intelligenza artificiale per combattere il coronavirus

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Gaia Fiertler

Analisi predittiva dei dati, monitoraggio a distanza, stampa 3D, chatbox e robot per contenere e ridurre il contagio, per seguire i positivi a distanza, per programmare le risorse, per disinfestare e aiutare i contagiati in totale sicurezza. Sono solo alcuni esempi di “intelligenza aumentata” a disposizione delle istituzioni per contrastare l’emergenza sanitaria. La chiamata a raccolta europea di AIxIA

L’associazione italiana per l’intelligenza artificiale (AIxIA) scende in campo e chiama a raccolta la comunità dei ricercatori europei per mettere a disposizione competenze e strumenti che possono aumentare l’efficacia degli studi epidemiologici e delle strategie sanitarie in corso.

Piero Poccianti

«Tutta la comunità europea dell’intelligenza artificiale (IA) ha, oggi più che mai, il dovere di mettere a disposizione e condividere competenze, realizzazioni già sviluppate e pronte, progetti a breve, medio e anche a lungo periodo per il futuro e il benessere dell’intera popolazione mondiale», dichiara Piero Poccianti, presidente AIxIA.

Così, grazie al supporto e allo sforzo di Claire (Confederation of Laboratories for Artificial Intelligence Research in Europe), molti ricercatori su base volontaria hanno già deciso di mettere a disposizione le loro capacità e competenze a titolo gratuito. Nel frattempo tutte le istituzioni italiane ed europee sono state informate di questa opportunità. Claire è infatti un network di ricercatori, laboratori e associazioni scientifiche con obiettivi sia di ricerca di base, sia di ricerca industriale per le pmi e promozione dello studio interdisciplinare degli impatti sociali, economici e ambientali dell’IA in modo da valorizzare i benefici ed evitare effetti distopici.

La task-force Covid-19 è guidata da Emanuela Girardi, membro del gruppo di esperti di IA del MiSE e di AIxIA, e da Gianluca Bontempi, professore ordinario di machine learning a ULB, Université Libre de Bruxelles, ed è supportata dagli uffici di Claire con base ad Aja, Bruxelles, Praga, Oslo, Roma, Saarbrücken e Zurigo.

Nel frattempo AIxIA sta raccogliendo le principali applicazioni e progetti sviluppati in Italia per condividerli e renderli accessibili a una comunità più ampia di potenziali sviluppatori e utilizzatori. Ci sono diversi casi di app o programmi già operativi localmente, che possono essere divulgati anche attraverso questo canale e dare benefici e aiuti concreti a un maggior numero di ospedali, medici, istituzioni e cittadini.

I campi di applicazione dell’IA per combattere il coronavirus

Grazie al machine learning l’intelligenza artificiale può fare la differenza nell’analisi dei dati della terapia intensiva. I modelli predittivi possono essere utilizzati per evidenziare in anticipo alcuni fenomeni e valutare meglio le priorità nel triage e nella terapia. Inoltre, il machine learning nel processo di valutazione di farmaci antivirali potrebbe aiutare i medici a fare scelte migliori e più rapide tra le diverse opzioni terapeutiche. Quanto ai dati storici epidemiologici, potrebbero essere utilizzati con l’AI per sviluppare modelli previsionali della diffusione del virus e, con tecniche di inferenza causale, valutare l’impatto delle azioni di contenimento.

Il potere del dato, interpretato dai sistemi di intelligenza artificiale, riguarda anche la mobilità per identificare aree di rischio elevato e pianificare relativi interventi per ridurre la diffusione delle infezioni. E così con l’analisi dei dati molecolari e proteici alcuni farmaci esistenti potrebbero essere sottoposti a “refactoring” per contrastare gli effetti del Coronavirus. La bioinformatica e le tecnologie di IA possono infatti ridurre il numero esponenziale delle combinazioni sulle quali testare i farmaci esistenti.

Altre applicazioni di AI sono, nel monitoraggio a distanza con i dispositivi di e-Health per raccogliere i parametri di base, l’analisi dei risultati con un algoritmo per predire se il paziente contagiato richieda l’ospedalizzazione. Oppure l’elaborazione automatica delle immagini TC (tomografia computerizzata) potrebbe aiutare i medici ad accelerare il rilevamento di patologie causate dal virus. I chatbot possono essere utilizzati a scopo informativo o diagnostico per supportare i call center di emergenza, liberando risorse che possono essere dedicate all’interazione con le persone e al triage.

La stampa 3D, come già sta avvenendo, può produrre velocemente piccole quantità di materiali per la terapia intensiva degli ospedali, come pezzi di ricambio per respiratori, valvole di ventilazione e anche visiere per operatori.

I robot potrebbero invece essere utilizzati per interagire con persone contagiate o per disinfestare aree infette, riducendo il rischio per gli operatori e liberando risorse da destinare ad altre attività, come già sta avvendendo in Cina (link al pezzo che avete messo sulle pattuglie di robot cinesi). Infine i sistemi di intelligenza artificiale possono supportare la pianificazione e gestione delle risorse scarse negli ospedali, come i turni, il personale, i posti letto, i ventilatori, l’approvvigionamento e il magazzino).

Intelligenza artificiale per combattere il coronavirus - Ultima modifica: 2020-03-26T09:51:38+01:00 da Gaia Fiertler