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Cornerstone sui trend HR 2022: imprese a prova di futuro

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Gaia Fiertler

Le previsioni di Cornerstone sui trend HR 2022 convergono con una indagine di LinkedIn: flessibilità e attenzione al benessere e allo sviluppo delle persone sono fattori determinanti nella scelta del posto di lavoro. Le figure più richieste e il focus sulle soft skill.  

Flessibilità, ascolto dei bisogni dei dipendenti, attenzione al loro benessere: le imprese che hanno adottato le tecnologie digitali per continuare a rendere possibile il lavoro in questi due anni, che hanno adattato i propri modelli organizzativi e di business e che, al tempo stesso, hanno a cura lo sviluppo delle persone, anche servendosi delle informazioni e raccomandazioni fornite da sistemi di AI, sembrano avere più probabilità di non subire quel fenomeno di dimissioni volontarie in corso a livello globale.

Lo conferma anche LinkedIn nell’ultima ricerca del suo osservatorio come network professionale. Infatti, nonostante le incertezze e l’aumento di disoccupazione a livello globale, c’è fermento nel mondo del lavoro perché la pandemia ha portato a una improvvisa presa di coscienza su cosa intendere per “un buon lavoro”, a quali condizioni considerarlo tale e in quale equilibrio con la vita privata e le aspirazioni di crescita.

La ricerca di nuove opportunità

Questa nuova consapevolezza spinge chi si sente sicuro del proprio ruolo e delle proprie competenze a cercare altro, se non trova risposta nella propria organizzazione. Così il 63% (di quel 90% che si sente sicuro del proprio ruolo) si sente pronto a chiedere una promozione o a candidarsi a una posizione più alta, mentre quasi uno su due (48%) prenderebbe in considerazione di cambiare lavoro per un salario maggiore e un buon 38% per un migliore equilibrio tra vita personale e vita lavorativa.

Di fatto, la scoperta dei vantaggi di una maggiore flessibilità spazio-temporale e di modelli di lavoro ibrido soprattutto post-lockdown, grazie al supporto delle tecnologie e alla riorganizzazione del lavoro, diventano per il 59% fattori determinanti nel considerare nuove opportunità di lavoro, cui si aggiunge un ulteriore 21% che afferma di trovarsi fortemente d’accordo con questa affermazione. E quasi tre su 10 dichiarano che, spinti dal lavoro flessibile, proverebbero anche percorsi nuovi di carriera.

Marcello Albergoni

«Nonostante l'emergenza pandemica globale stia generando non poche incertezze e difficoltà nel mondo del lavoro, i dati a nostro supporto ci mostrano, da un lato, dipendenti sempre più ambiziosi e disposti ad abbandonare un incarico stabile per affrontare nuove sfide e, dall’altro, le aziende che, per adattarsi alla nuova normalità, si focalizzano sempre più su flessibilità del posto di lavoro, attenzione al benessere dei dipendenti e cultura d’impresa come fattori principali per attrarre i migliori talenti», così commenta Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia, la decima edizione del Global Talent Trends report realizzato da LinkedIn. L’indagine in Italia è stata condotta da Censuswide, che ha intervistato oltre un migliaio di lavoratori in Italia tra il 10 e il 15 dicembre 2021.

I trend HR per attrarre talenti

I flussi e riflussi dell’economia globale hanno provocato la perdita del lavoro per milioni di persone, cui poi si sono aggiunte le dimissioni volontarie: burn-out professionale, mancanza di visibilità sulle opportunità di carriera e differenze salariali giocano un ruolo fondamentale nella decisione di un dipendente di cercare lavoro altrove.

Percorsi di formazione e sviluppo personalizzati, incrocio tra esigenze individuali e obiettivi aziendali e flessibilità nel modo di lavorare sono, secondo Cornerstone, i trend vincenti per l’HR per trattenere il personale e attirare nuove figure competenti.

 «Le aziende non possono più fare a meno di offrire una visione chiara dei percorsi di carriera individuali all’interno dell’organizzazione. Quando un dipendente è consapevole del proprio potenziale di crescita nella propria azienda, oltre che delle opportunità di apprendimento e di sviluppo a disposizione per creare nuove skill (o anche di misurarsi in nuove posizioni), sarà più propenso a vedere un futuro all’interno dell’azienda senza cercare occasioni all’esterno», spiega Kimberly Cassady, Chief Talent Officer di Cornerstone.

Oggi piattaforme dotate di potenti motori di Intelligenza artificiale consentono di avere una visione più chiara del potenziale interno all’azienda e di proporre piani di formazione personalizzati e percorsi di carriera collegati agli obiettivi aziendali e alle competenze e aspirazioni individuale, favorendo anche una maggiore mobilità interna.

In particolare, Cornerstone Xplor è una piattaforma basata su AI che restituisce una immagine dettagliata degli interessi, punti di forza, obiettivi e bisogni di ogni singolo individuo, confrontati a loro volta con gli obiettivi aziendali e, incrociando in modo preciso e puntuale tutti i dati a disposizione, propone alle persone percorsi integrati e altamente personalizzato di apprendimento, sviluppo di nuove competenze, crescita e mobilità di carriera. In questo processo un ruolo cruciale è giocato anche dai percorsi di auto-apprendimento facilitati dai sistemi di e-learning collegati ai singoli profili.

«Tra il 2020 e il 2021 sono quadruplicate le iscrizioni ai corsi autogestiti. Questo ci dice che le risorse formative sono richieste non solo dai leader, ma che per ogni individuo è aumentata la probabilità che cerchi corsi che lo aiutino a progredire nella carriera e a crescere professionalmente, in definitiva ad essere un lavoratore più completo», afferma Summer Salomonsen, VP Content Product di Cornerstone.

D’altronde, a causa dei cambiamenti epocali nel business e dei bisogni creati dalla pandemia, oltre la metà dei lavoratori avrà bisogno di nuove competenze per poter svolgere al meglio il proprio lavoro, secondo una indagine del 2021 di Gartner.

Oltre all’attenzione alle aspirazioni professionali dei propri dipendenti, Cornerstone porta l’attenzione sull’ascolto delle preferenze personali di ciascuno, sottolineando l’importanza di mantenere la possibilità di lavorare da remoto sia per la forza di lavoro interna, sia per essere attrattivi sul mercato visto che c’è sempre più bisogno di professionalità altamente specializzate nelle nuove tecnologie.

«Le aziende che offrono la possibilità di lavorare da remoto continueranno ad attirare i migliori talenti. Quelle invece non disposte a virare su un ambiente di lavoro remoto dovranno riconsiderare gli obiettivi strategici generali della loro organizzazione per allinearsi con le aspettative della forza lavoro attuale», aggiunge Cassidy.

Professioni in crescita e validazione delle soft skill

Da LinkedIn risulta che le figure professionali a più alto tasso di crescita seguano il rapido ingresso delle nuove tecnologie digitali nelle imprese, che sono a caccia di competenze adeguate. Le professionalità in crescita sono specialisti in robotica, esperti di machine learning, Cloud architect, data engineer, data scientist, sustainability manager, cyber security specialist e software account executive fra tutti, ma anche business developer, product manager, client manager e clinic manager, figure finanziarie e analisti delle risorse umane e talent acquisition manager (dall’annuale lista di Linkedin News dei Lavori in Crescita).

Il paradigma dell’Industria 4.0 e della digitalizzazione dei processi e dei prodotti implica un approccio sistemico e integrato, multidisciplinare e relazionale del lavoro e di ogni singola professione, esigenza che richiede lo sviluppo di competenze adeguate cosiddette “trasversali” o “soft skill”, anche extracurriculari.

Di conseguenza, i processi di riconoscimento e validazione delle competenze trasversali di lavoratori e disoccupati svolgono un ruolo sempre più importante per un efficace incontro tra domanda di lavoro e inserimento lavorativo.

L’Europa sta dando indicazioni precise al proposito nei piani di apprendimento: il progetto Transval-EU, “Validation of transversal skills across Europe”, finanziato dal programma Erasmus+Misura KA3 “Policy Reform-Policy Experimentations”, è finalizzato allo sviluppo e sperimentazione di approcci innovativi per la validazione degli apprendimenti non formali e informali, in particolare relativi alle competenze trasversali, acquisiti dalle persone adulte lungo l’arco della propria vita.

I tre partner italiani sono Arpal Umbria, Forma.Azione e Pluriversum, che collaborano al progetto con 16 soggetti pubblici e privati nel settore della formazione e politiche del lavoro di Austria, Lituania, Polonia e Belgio, con capofila l’Agenzia Austriaca per l’Istruzione e l’Internazionalizzazione. Venerdì 21 gennaio si terrà il primo evento pubblico, con un webinar gratuito dalle 11.00 alle 13.00.

«Un’occasione di confronto su un tema importante come quello delle competenze, che necessita di rendere esplicita l’acquisizione di competenze trasversali e, allo stesso tempo, i processi di convalida e orientamento esistenti in contesto internazionale.

Attraverso un set di strumenti e programmi formativi rivolti ai professionisti della validazione e dell’orientamento e la ricerca di buone pratiche relative alla validazione delle competenze trasversali richieste dal tessuto produttivo regionale, i servizi per il lavoro devono, in tal senso, sostenere e aiutare le persone a potenziare questo tipo di competenze», raccomanda Michele Fioroni, Assessore allo Sviluppo Economico, Innovazione, Digitale e Semplificazione della Regione Umbria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cornerstone sui trend HR 2022: imprese a prova di futuro - Ultima modifica: 2022-01-20T16:55:07+01:00 da Gaia Fiertler